Il
postmoderno ha dichiarato chiusa definitivamente l'era
plurimillenaria della lotta per i bisogni primari. Sembra, ma non è
vero: nulla è incombente sull'uomo di oggi quanto l'ossessione del
cibo, cioè del più tipico bisogno "primario". Il cibo
assume però la forma del superfluo, un ulteriore "superfluo"
che si insinua in ogni istante della giornata senza regola certa né
necessità fisiologica.
giovedì 27 giugno 2013
giovedì 20 giugno 2013
La
pubblicità del cibo, del mangiare, è probabilmente al numero uno
dell'immagine televisiva. Il personaggio televisivo appare come un
ingordo insaziabile: mangia, beve, lecca, succhia, inghiotte senza
fine. La donna sembra gli offra il sesso esibito: non è vero, vuole
solo indurlo a mangiare ancora e di più, e lei stessa inghiotte e
succhia in modo equivoco ma asessuato. I programmi di cucina sono tra
i più seguiti. Il bisogno di cibo come vizio, o malattia? Tanto più
è malattia in quanto, alla fine, il personaggio televisivo non
mangia. Finge. Si capisce che la scenetta, la battuta che lo fa
attore, è stata ripetuta più e più volte perché lui, l’attore,
non ha saputo fingere abbastanza bene di addentare (e lei di
succhiare) il cibo da pubblicizzare. Anche nei programmi culinari il
cuoco, o la cuoca, mordicchia qua e là. Comunque, questo attore ha
un destino: l’arte pubblicitaria gli chiede di essere tutti e
nessuno. Lo spettatore deve identificarsi, deve succhiare e addentare
con lui, forse anche lui….
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