lunedì 25 marzo 2013


                                       CAUSA SUI

(da "Il Foglio")

L'evoluzionismo, in questa o quella delle versioni che si contendono il primato della scena scientifica e magari anche mediatica,  vuole essere la risposta scientifica corretta ed esaustiva  alle domande che si affacciano ogni giorno, sotto l'uno o l'altro polo, ad ogni vivente. "Nulla salus extra evolutionis ecclesiam", vorremmo parafrasare, e non saremmo troppo lontani dalla credenza in voga. Potremmo anche noi consentire: in fin dei conti non vi è giorno che la teoria darwiniana, nell'una o nell'altra delle sue forme, non trovi conferma dalle ricerche scientifiche e dagli scavi paletnologici condotti nei cinque continenti, come pure dalla riflessione metodologica e gnoseologica che elabora quei ritrovati "documentari". Si può capire che la polemica antidarwiniana, cosi aggressiva fino a pochissimi anni fa, oggi taccia o quasi. Dati i principi da cui essa muove, l'antirelativismo e il creativismo, avrebbe poche speranze di non essere travolta. L'attuale papa, che non credo che sul piano dogmatico sia più arrendevole e aperto del predecessore, sembra abbia già spostato l'asse del messaggio pastorale. Il filo conduttore della sua iniziativa ecclesiale sarà da oggi in poi la "misericordia" divina pronta ad accogliere il colpevole e il reietto: un linguaggio inclusivo (perfetto il richiamo al grande abbraccio della piazza berniniana, scenario mediatico mondiale) ma un po' anche a rischio - sia detto senza malizia - di sbavature peroniste; comunque non più esclusivo come quello di chi discettava coi saggi e i sapienti nel "cortile dei gentili", al riparo di invasive telecamere e per il ghiotto piacere di eruditi e polemisti accorsi al miele. Avremo di sicuro qualche sporadico (e anche intransigente) intervento in merito, ma l'epoca delle grandi dispute di principio mi pare tramontata.  Dunque, un'epoca nuova e un cammino più facile per l'evoluzionsmo darwiniano? Sul terreno religioso, quasi sicuramente sì (a proposito, anche Teilhard de Chardin, propugnatore di un evoluzionismo finalistico e religioso, era gesuita).

Ma il darwinismo e l'allegato determinismo non credano per questo di avere partita facile. Ci sarà stavolta un laico a tener loro testa: il laico che, per definizione, non riesce a rassegnarsi ad una visione deterministica dell'uomo. Naturalmente, non ha obiezioni "scientifiche" da contrapporre, non è quello il terreno suo proprio: la settimana scorsa, ho raccontato del dibattito radiofonico nel corso del quale un rinomato scienziato, docente emerito di neurofisiologia, ha (se ho ben capito) sostenuto calorosamente la tesi della perfetta, biunivoca corrispondenza  tra stimoli cerebrali e prodotto "mentale"; io, modestamente, gli avevo chiesto se ritenesse che la ricerca neurologica avrebbe mai potuto darci i "perché" che hanno motivato papa Ratzinger ad una scelta così complessa come quella della rinuncia al soglio. Devo tornarci su anche questa settimana (me ne scuso subito) sia perché mi sono ricordato che il professore non ha voluto dare una risposta al mio (inquietante?) interrogativo, sia perché credo che in questo improvvisato botta e risposta si celi tutto il succo del problema, compresa la sua soluzione.

E qui mi viene in mente una tesi curiosa e forse balzana che potrebbe (ma di sicuro non è) star molto bene in bocca a un Benedetto Croce: secondo la quale, in termini degni della Scolastica medievale, la libertà è "causa sui". Ecco, penso che una libertà che non fosse "causa di se stessa" - e dunque incondizionata -  sarebbe una contraddizione, sarebbe solo vuota espressione di una menzogna (genetica?) per la quale noi impiegheremmo un termine falso, inutile e quindi, in definitiva, antieconomico, mentre sappiamo che l'uomo tende a trarre il massimo profitto di ogni suo sforzo e dunque scarta ciò che non gli serve). Il laico, con questa sua asserzione, utilizza sì un linguaggio proprio alla filosofia scolastica medievale, ma al creativismo non molla un millimetro. Sostiene, puramente e semplicemente, che tra l'"homo erectus" (scegliete voi il nome scientifico di quell'antenato) che semplicemente riproduceva gli stimoli indotti in lui dall'evoluzione biologica, e l'"homo sapiens" che compie in libertà le sue consapevoli scelte ed iniziative si è frapposta la cultura, come struttura complessiva, autogena, altamente simbolica, dei comportamenti umani. E' attraverso la cultura che l'ominide si trasforma in uomo. Cartesio, ponendosi problemi di questo ordine, si immaginò che la "res extensa"  - la materia - trovasse il suo punto di collegamento con la "res cogitans" -  il pensiero -  nella glandola pineale del cervello. Il grandissimo Vico gli contrappose la tesi che la civiltà dell'uomo fosse figlia ed opera delle "are e templi" che costituiscono il simbolo visibile della storia che si fa e si autoconosce come unica e vera libera coscienza (coscienza di libertà) dell'uomo.  A meno che non si pensi di sostituire la storia con l'antropologia o la neurobiologia: lambiccamenti del genere si coltivarono al tempo del positivismo: il (grande) Cesare Lombroso pensava che fosse finita l'epoca dell'etica, sostituita finalmente con la criminologia.

domenica 17 marzo 2013

venerdì 15 marzo 2013

sabato 2 marzo 2013


IL CERVELLO DI OBAMA
da "Il Foglio"

Qualcuno direbbe che è una notizia inquietante, sembra invece sia passata sotto silenzio. Solo poco tempo fa il coro delle reazioni sarebbe stato assordante. Erano gli anni in cui una polemica tipicamente ratzingeriana investiva la cultura scientifica e le sue ramificazioni tecnologiche. Darwin, o almeno il nocciolo duro e integralista del darwinismo, assieme allo scientismo, allo sviluppo incontrollato della tecnica e delle tecniche erano denunciati come radici del relativismo moderno, e quindi come causa del declino e crisi dell'occidente, in primo luogo della laicista Europa. Oggi viene di fatto ignorata la notizia che Barack Obama ha deciso di avviare una gigantesca ricerca, insieme scientifica, tecnica e tecnologica, indirizzata a scoprire quali sono i “meccanismi” della mente umana e a sviluppare una intelligenza "artificiale” dal funzionamento analogo a quella naturale. Come tutti i suoi predecessori, il presidente americano intende affidare Il suo secondo mandato a una progettualità ambiziosa, così da essere ricordato dai posteri non solo per i faticosi e problematici interventi della politica contingente: e quale progetto potrebbe puntare a un tale riconoscimento meglio di una completa e riuscita esplorazione dell'universo mentale dell'uomo? Il rapporto tra la fisicità delle cellule cerebrali e ciò che chiamiamo spirito è però tema scottante: più volte e da più parti si è alzato il monito a non confondere i due piani, a non identificare la materialità dei neuroni con quel che per molti potrebbe identificarsi addirittura con l'anima. Esplorare il cervello nelle sue più segrete (e misteriose?) funzionalità non può essere la porta per violare una intimità gelosa, inaccessibile, sacrale? E' evidente il rischio che si crei il mito del cervello-mente, condizionante e socialmente assai pervasivo, come successe con lo sbarco sulla luna. Andare troppo oltre, in questa direzione, non può essere una tentazione faustiana di appropriarsi, in definitiva, dell'uomo stesso? Si aggirerà tra noi, come già in molti film,  Frankenstein "the modern Prometeus"?

In questi giorni, Obama ha anche compiuto ulteriori passi verso il riconoscimento giuridico per le nozze gay. I matrimoni tra persone dello stesso sesso sono già accettati in nove Stati dell'Unione, e il 6 novembre scorso la legalizzazione è passata in quegli Stati - Maryland, Washington, Maine - nei quali si è tenuto un apposito referendum. Obama ha colto il mutamento dell'opinione pubblica e ha ordinato al ministero della Giustizia di sostenere, dinanzi alla Corte Suprema, la tesi della incostituzionalità della legge federale attualmente vigente, che penalizza sul piano economico le coppie gay. Che differenza c'è ormai tra lui e gli europei Hollande, Cameron, Zapatero e persino la Germania, dove la CDU sembra non volersi più opporre più al riconoscimento della pari dignità tra unioni gay e eterosessuali? La Corte Europea per i diritti umani e la Corte costituzionale tedesca hanno stabilito, in contemporanea, che le coppie omosessuali non devono più essere discriminate: nell'Occidente, la svolta per l'ampliamento dei diritti civili dell'individuo in quanto tale si profila sempre più netta, se non addirittura travolgente.

C'è però ancora una qualche differenza tra Obama e l'Europa, anche quando percorrono un cammino parallelo. Obama ha sottolineato che la ricerca sul cervello da lui promossa è una delle aree scientifiche sulle quali occorre puntare per far crescere nuove iniziative economiche, generatrici di posti di lavoro e quindi di ricchezza. Ai repubblicani, riottosi dinanzi ad un progetto che comporterebbe costosi investimenti federali, ha ricordato come ogni dollaro speso, appena pochi anni fa, per la mappatura del genoma ha avuto una ricaduta di 140 dollari in attività economiche. Le ricerche sul funzionamento del cervello potrebbero portare benefici anche maggiori. Nella scelta del presidente americano non cè traccia di deriva laicista di stampo europeo. Senza farne una ideologia scientista, come è quella perseguita dai laicisti e demonizzata dagli spengleriani - due faccie, a ben considerare, della stessa medaglia - il pragmatismo americano non ha paura, anzi tratta familiarmente scienze e tecnologie e, come questa volta, ne stimola lo sviluppo anche nei settori a rischio che in Europa definiremmo "sensibili": basta che siano redditizie e portino benefici economici. Alla prossima cerimonia ufficiale, Obama continuerà a pregare, "In God we trust", senza alcun problema di coscienza. Però, curiosamente, stavolta la sofisticata e ideologizzata Europa non si è tirata indietro, anzi è un po' più avanti dell'America.  Da fine gennaio, l'Unione sta investendo un miliardo di euro su un "Human Brain Project" che si propone di realizzare, utilizzando circuiti integrati e silicio, una vera e propria simulazione del cervello umano; il progetto è serio, ha già attirato qualche scienziato americano a varcare l'Oceano. Insomma, siamo semplicemente ad una guerra concorrenziale. In barba a considerazioni etiche e religiose.